ORIGINE DEL TERRITORIO
Dal punto di vista geologico le origini del territorio su cui insiste il Comune di Predappio si possono far risalire al periodo compreso fra Miocene e Pliocene. Il terreno è costituito prevalentemente da spungone e puddinga ed appare solcato dai calanchi, le formazioni tipiche dei suoli argillosi molto degradati.
Il paesaggio risulta, così, estremamente vario, caratterizzato com’è dall’alternarsi di collina e pianura, con fasce brulle e coltivazioni intensive di vite, frutta, cereali e foraggio.
Interessante dal punto di vista naturalistico è anche la zona delle grotte di Predappio Alta, che dopo essere state luogo di estrazione dello zolfo, oggi si segnalano per la presenza di stalattiti, acque sulfuree e roccia sedimentaria tempestata di fossili; esse sono, poi, sede del famoso presepio artistico che ogni anno richiama in collina numerosi visitatori.
La vegetazione arborea è uno dei fattori di maggiore fascino del paesaggio predappiese: nei pressi di Predappio Alta si ergono i castagni secolari di Barberino, che per tanti anni hanno sfamato con i loro frutti la popolazione locale; a Monte Mirabello per diversi ettari si estende un bosco di pino nero nel quale crescono abbondanti i funghi; in varie località, poi, si trovano alcuni alberi monumentali, in modo particolare roveri e roverelle, censiti a livello regionale come “storici”.
La fauna è molto ricca : caprioli, volpi, cinghiali e piccoli mammiferi popolano i boschi e i campi del territorio, così come numerose specie di uccelli, alcuni dei quali rapaci.
NOTIZIE STORICHE
Storia di Predappio
L’insediamento più antico è l’attuale Predappio Alta, di origine romana. Proprio a questo periodo storico si può far risalire il nome Predappio, derivante dalla denominazione latina Praesidium Domini Appi, abbreviata in Pre.D.i.Appi.. Coinvolta nelle lotte fra guelfi e ghibellini, in età medioevale Predappio acquisì una rilevanza strategica grazie all’edificazione della rocca fortificata opera di Giovanni d’Appia.
Le sue vicende furono per lungo tempo legate alle alterne fortune delle fazioni che facevano capo alle famiglie forlivesi dei Calboli e degli Ordelaffi, con una breve parentesi comunale.
Fu poi possedimento della Santa Sede fino all’invasione francese; al termine, poi, del dominio napoleonico, Predappio tornò a far parte dello Stato Pontificio fino al 1861.
Il capoluogo si trovava a Predappio Alta fino al 1927. A tal data risale il suo trasferimento nell’area valliva sottostante, denominata Dovìa; tale spostamento, motivato dal timore di cedimenti e frane della roccia del paese originario, rappresentò l’occasione per la fondazione e la costruzione nella terra natale di Benito Mussolini di un abitato rispondente in toto ai dettami dell’urbanistica e dell’architettura fasciste.
Strutturata su un sistema viario tipicamente latino, con tutte le strade secondarie parallele fra loro e perfettamente perpendicolari al viale principale, la cittadina fu organizzata intorno a due centri principali ancora oggi ben visibili: quello economico (mercato dei viveri, mercato del bestiame) e quello istituzionale della piazza su cui si affacciano il palazzo municipale, la chiesa parrocchiale, la sede dei servizi sanitari, la caserma dei Carabinieri e la casa del fascio.
I maggiori architetti, che Benito Mussolini in persona chiamò a Predappio per farne la propria città di fondazione, riuscirono ad inglobare nella struttura equilibrata e razionale della cittadina i due luoghi maggiormente simbolici della sua storia recente: la casa natale di Mussolini, oggi sede di iniziative culturali di approfondimento della storia del Novecento, ed il cimitero di San Cassiano in Pennino che, realizzato per riunire in un unico mausoleo le tombe di Rosa Maltoni ed Alessandro Mussolini, oggi ospita la tomba dell’intera famiglia Mussolini e, a poca distanza, quella dell’illustre uomo politico predappiese Adone Zoli.
La struttura e gli edifici di Predappio costituiscono la testimonianza di un vero e proprio “museo all’aria aperta”, che residenti e turisti possono visitare seguendo un percorso guidato, ideato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le istituzioni e con il mondo universitario, denominato MUSEO URBANO.
Rocca di Predappio Alta:
Ancora in odore di battaglie fra guelfi e ghibellini, si presenta oggi, dopo gli accurati restauri portati a termine dalla locale amministrazione comunale, la Rocca medievale di Predappio Alta, un imponente e integro castello, arroccato fra le case del borgo antico, che guarda le soleggiate colline punteggiate di vigneti dell’alto forlivese. Ed è proprio grazie a quei vigneti, che sulle colline di Predappio trasformano il Sangiovese di Romagna in un grande cru, che la restaurata Rocca troverà nuova vita. Da un progetto di collaborazione fra il Comune, l’Associazione di promozione del Sangiovese di Predappio e la Pro Loco di Predappio Alta, è nata infatti l’idea di destinare gli spazi del castello alla scoperta, oltre che del patrimonio storico del territorio, della sua enogastronomia; qui, infatti, visitatori, enoturisti e appassionati del vino potranno degustare e acquistare tutta la produzione di Sangiovese made in Predappio.
A partire dal 25 aprile e fino al 4 ottobre la Rocca, i camminamenti, gli spalti e il rinnovato interno, inaugurati dopo l’imponente opera di restauro a luglio 2008, resteranno aperti alle visite nei pomeriggi della domenica e giorni festivi (mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre) e del fine settimana intero (sabato e domenica) nei mesi di giugno, luglio e agosto, con l’obiettivo di dar vita a una enoteca del Sangiovese, museo del vino e vetrina delle eccellenze di Romagna e, in particolare, del territorio di Predappio.
È infatti stato programmato, – in collaborazione con l’AIS (Associazione Italiana Sommmeliers) Romagna – un ciclo di degustazioni dei vini delle aziende aderenti all’Associazione per la Promozione del Sangiovese di Predappio e territori limitrofi, in abbinamento con la degustazione – a cura dell’Associazione Pro Loco di Predappio Alta . di prodotti tipici alla gastronomia locale (piadina, affettati, formaggi e , tra questi, l’ormai celebre formaggio di grotta, pecorino di provenienza toscana stagionato nelle grotte della ex Solfatara di Predappio Alta).
L’iniziativa, dal titolo emblematico “La storia nel calice”, si svolge in uno dei due locali ricavati nella Rocca, ristrutturato con la finalità di diventare uno dei principali luoghi e strumenti della promozione del territorio a trecentosessanta gradi.
In tal modo, rendendo visitabile uno dei monumenti predappiesi di maggiore interesse storico ed architettonico e proponendolo in abbinamento alle tipicità enogastronomiche locali e, in particolare, al prodotto “principe” del territorio (il Sangiovese), si mira ad elevare la qualità dell’offerta turistica di Predappio e ad incrementare notevolmente la visibilità del territorio e, di riflesso, le presenze di turisti e visitatori.